Antiche borgate: Magrignana

Il Paese che non c’è: Magrignana

Foto di Antonio Sensoni
Foto di Antonio Sensoni
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Tabella che riporta la storia

 

 

 

 

 

 

 

Il borgo medievale di Magrignana conserva notevoli esempi di architettura rurale storica (portali, stemmi, formelle in arenaria, oratori) che contrassegnano in modo inequivocabile la sua grande importanza storica tra il quattro ed il cinquecento.
Abbandonato per gran parte dell’anno, il suo centro torna a rivivere d’estate, con la luce che filtra dalle finestre di una qualche abitazione con le pareti murate a secco. Case calde di vita, rimaste in piedi tra le macerie di altre, che ora sono solo muri oscillanti al vento, colonne portanti di una comunità che sapeva trarre da questo spicchio di territorio tutto il necessario per sopravvivere.

 

La seicentesca chiesa di San Geminiano
La seicentesca chiesa di San Geminiano
Antico lavatoio
Antico lavatoio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il nome Magrignana pare derivare dalla famiglia romana dei Macri, o dal nome dell’imperatore Macrinus del III secolo d.C. Il borgo fu abitato in età romanica, come testimoniano due colonne rimaste in piedi, dello stesso periodo del Duomo di Modena.
Fu zona di passaggio nel Medioevo, e di confine tra i dialetti emiliani e quelli a influenza toscana. La piccola chiesa seicentesca di S.Geminiano, ristrutturata nel ‘800, conserva intatti i suoi affreschi vivaci, ed è ancora sede della parrocchia, tenuta in piedi dai volontari, che nelle vecchie stanze della canonica hanno allestito un museo di oggetti sacri (i più antichi sono strumenti della passione in legno del ‘700) e di fotografie degli abitanti dal 1850.
Recentemente, nel corso di scavi retrostanti alla cosiddetta “Chiesa Vecchia” sono emerse strutture semicircolari riconducibili ad antiche cappelle cimiteriali nonché frammenti ceramici altomedievali che sembrano provenire dal sito della primitiva pieve romanica.
Il borgo ha raggiunto il momento di massima espansione attorno al ‘600 e ha continuato a conservare i suoi abitanti fino agli anni ’50 del ‘900, quando l’Italia si risollevava dalle ristrettezze della guerra. Ma la montagna iniziava a spopolarsi.
“Nei giorni che precedono san Geminiano (31 Gennaio) infatti, accade che finalmente il sole, dopo un paio di mesi di assenza, torni a scavalcare  la montagna e a toccare coi propri raggi il campanile della chiesa di Magrignana, segnando in questo modo la fine del periodo all’oscuro.” La domenica più vicina al 31 gennaio, quindi, si tiene una festa, una delle rare occasioni in cui Magrignana si popola di tante persone attirate dalle prelibatezze offerte per l’occasione.

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Cappellla della Madonna degli emigranti
Cappellla della Madonna degli emigranti – foto @Antonellaromagnoli

 

 

 

 

 

 

 

 

(http://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/2012/04/10/695039-borgo-antico-magrignana-fantasma-rivive-estate-montecreto-dante-bortolotti.shtml)

Un bell’articolo dedicato a Magrignana lo trovate anche sul sito dell’Hotel Tirolo di Sestola
https://www.hoteltirolo.com/post/quel-raggio-di-sole-di-magrignana/

 


PREGHIERA ALLA MADONNA DEGLI EMIGRANTI
(di Dante Bortolotti)

Sia allegra, antica Madre, la preghiera
che appena sussurrata si diffonde
dei castagni e ciliegi tra le fronde
ringiovanite dalla primavera.

Sia allegra e senza fini nè richieste
una canzone di ringraziamento
la gioiosa bellezza di un momento
vissuto per il gusto di far festa.

Oggi resta con noi ma questa sera
quando il solo rumore a Magrignana
è il gocciolare della sua fontana
potresti farti nostra Messaggera.

Porta il profumo dei narcisi in fiore
ai tanti che ha lasciato questa terra,
ai morti non tornati da ogni guerra
e a chiunque ricordi con amore.

Partivano con scarpe di vacchetta
con bisacce e valigie di cartone
cercavano un futuro…un’occasione,
sul cuore la tua effige…benedetta.

Pietra su pietra in tanti abbiam posato
per ridar vita e forma alla memoria,
per non dimenticar la nostra storia,
per sospirare…sono ritornato !.

Benedici Signora…il sentimento
di gente che non prega più di tanto,
Benedici e accompagna col tuo canto
i tanti nomi che…bisbiglia il vento.

Da” Fiabe di Roncovecchio” 2006


IL PAESE CHE NON C’E’
(di Dante Bortolotti)

Immagina una chiesa e un campanile
una fontana, qualche casa in sasso.

Inventa un nome…tipo Magrignana
( non esiste in nessun vocabolario)

Disponi il borgo sotto una montagna,
circondalo d’abeti e di castagni.

Riempi le case con i tuoi ricordi
e siediti con me…a fantasticare.

Riportiamo i pensieri nel passato,
rivisitiamo i sogni di bambini.

Quando vedrai la gente in Processione
seguire i passi di un antico Dio

e sentirai qualcuno argomentare
nella splendida lingua di tua madre

allora capirai che sei tornato
sei tornato…al paese che non c’è.

Da” Luci Fuggenti e Focolari spenti”

3 Risposte a “Antiche borgate: Magrignana”

  1. i miei antennati e incluso mia madre sono nati in cuesto paesino, da bambinetto sono andato due volte con mia madre a visitare i parenti, e poi sono ritornato dopo 60 anni che ero fuori dall’Italia, e cuesto paesino sempre mi e’ piaciuto, e semore rimarra nella mia mente.

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