Fiumalbo, la confraternita dei Bianchi

 

L’8 dicembre 2015 si è aperto l’anno di festeggiamento, in concomitanza con il Giubileo, dei 500 anni della Confraternita dell’Immacolata Concezione (detta dei “Bianchi”) di Fiumalbo.

Chiesa dell'Immacolata Concezione nel periodo natalizio
Chiesa dell’Immacolata Concezione nel periodo natalizio

Le confraternite, antichissime associazioni religiose nate con scopi umanitari e legate alla devozione ed al culto, sono state presenti nell’Alto Frignano ed in tutta Italia fin dal ‘500.

A Fiumalbo venne fondata nel 1508 quella del Santissimo Sacramento, mentre otto anni dopo sorse quella dell’Immacolata Concezione. I confratelli delle due congregazioni devono i titoli di ‘bianchi’ e ‘rossi’ ai colori delle loro vesti ufficiali: quelli dell’Immacolata per il camice bianco, e quelli del Santissimo per la cappa rossa.

 

Vivendo alterne vicende lungo i secoli, le confraternite attraversarono un primo periodo di vera crisi durante l’epoca napoleonica, tra il ‘700 e l’800, quando furono private dei beni e vennero vietate processioni e adunanze. Con il ritorno del duca furono riprese le antiche usanze, ma la situazione era divenuta talmente precaria che l’allora vescovo Tiburzio Cortese lanciò un ordine perentorio ai fedeli fiumalbini: se entro tre anni non fosse stata restaurata la chiesa dell’Immacolata e non fossero riprese le pratiche di carità e di culto, la confraternita sarebbe stata ufficialmente soppressa. Il vescovo era un tipo deciso, con una linea improntata all’ordine ed alla disciplina, tant’è che in seguito molti lo ricordarono come un religioso «molto Tiburzio, poco Cortese».

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Edicola votiva dedicata alla Madonna dal priore Luigi Nizzi sulla parete della sua casa

In quegli anni la confraternita venne salvata grazie all’impegno del priore Luigi Nizzi (cui è dedicata un’edicola in Via Roma), che risollevò le sorti della congregazione e la portò a nuovo lustro.

Un nuovo periodo di crisi generale si ebbe tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, quando a causa dello spopolamento dell’Appennino sia la confraternita dei ‘bianchi’ che quella dei ‘rossi’ rischiarono di scomparire. In quella situazione furono i priori Luigi Brugioni dell’Immacolata, recentemente scomparso, e Luigi Fraulini del Santissimo Sacramento, a ridare vita alle loro congregazioni, soprattutto grazie al grande amore per la propria cultura e tradizione e pur sempre con un pizzico di sana rivalità.

 

Degli anni ‘80 e ’90 sono rimaste famose le sfide di calcio tra i confratelli dei due schieramenti, durante le quali i villeggianti livornesi, supponendo che il colore delle cappe ricalcasse anche quello dell’orientamento politico, tifano invariabilmente per i rossi.

Dal registro della confraternita dell’Immacolata si desume che fin da tempi immemori vi furono iscritti fedeli non solo fiumalbini, ma persino alcuni scozzesi e austriaci. Attualmente si contano 80 confratelli e si può accedere per devozione o per diritto di famiglia. Al priore Livio Santi ed al vice priore Andrea Nardini si affiancano altri cinque membri del consiglio elettivo: Ferruccio Santi, sagrestano della chiesa dell’Immacolata e della confraternita, Paolo Perrone, Simone Amidei, Domenico Amidei e Davide Amidei. La famiglia Amidei è tra quelle che da più tempo appartengono alla confraternita ed i suoi membri si tramandano di padre in figlio l’onore di portare la croce durante le processioni solenni. Un segno della devozione e dell’amore per il territorio che contraddistingue questo piccolo ma pittoresco angolo del Frignano.

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Edicola sulla facciata della chiesa dei “rossi”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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