Zona tipica di produzione: Modena e tutta la provincia
Ricetta
Dapprima viene preparato un impasto di farina di frumento, sale, strutto e lievito. Dopo la lievitazione, la pasta viene ridotta in una sfoglia alta pochi millimetri (da circa 2 a 6) e tagliata in rombi di circa 10 cm di lato, che vengono fritti.
Ingredienti (dose per 6 persone)
gr.500 di farina, gr.70 di strutto o olio, 1 pizzico di bicarbonato e 1 di sale
Impastare con acqua o con latte. Il latte rende lo gnocco più morbido ed elastico. Deve essere lavorato a lungo e l’impasto deve risultare sostenuto, la pasta elastica. Deve essere tirato in una sfoglia sottilissima, dopo avere lasciato l’impasto in riposo, almeno mezz’ora. Se verranno rispettati questi passaggi lo gnocco si gonfierà immediatamente nel friggere, resterà asciutto e assorbirà poco olio.
(Ricetta tratta dalla pubblicazione “L’ANIMA E LA GOLA” a cura del Consorzio Modena a Tavola)
Origine storica
Lo gnocco fritto è conosciutissimo in montagna e pianura. Nasce come sostituto del pane, e una volta, in campagna, rappresentava la colazione mattutina, la pausa di mezza mattina dei lavori agricoli che iniziavano all’alba.
L’abbondante uso di strutto nella preparazione del(lo) gnocco deriva alla lontana dalla cucina longobarda medievale che ne faceva ampio uso.
La pasta (simile a quella del pane) tirata sottile e tagliata in losanghe, una volta fritta, viene poi farcita con affettati e formaggi di ogni genere.
Localmente si dice IL gnocco fritto. Il gnocco fritto “vero”, quello cioè della montagna modenese, dovrebbe avere forma circolare e non quadrata. Poi si fa un buco al centro che serve a far affiorare lo strutto e a fare sì che il gnocco si cuocia perfettamente anche nella parte superiore. E’ così infatti che io l’ho mangiato per la prima volta tantissimi anni fa al Lago della Ninfa