La via Vandelli

145 chilometri di lunghezza – 4400 metri di dislivello – due vette oltre i 1600 metri di altezza.
Partenza da Modena a 34 metri slm, arrivo a Massa a 64 metri slm – 83 chilometri percorsi in salita : 62 chilometri percorsi in discesa: asfalto, terra battuta, sassi, roccia, fango, prati.

Il tratto apuano

La via Vandelli nasce per volere del Duca di Modena, Francesco III d’Este, che desiderava avere un sicuro accesso al mare sul territorio del ducato. Così il matematico Domenico Vandelli fu incaricato di disegnare il tracciato impervio di una strada per carrozze per attraversare l’Appennino; dopo dieci anni di lavori, la strada venne completata nel 1751.

La costruzione iniziò nel 1738. In seguito, per completare l’opera, lungo la strada vennero costruite stazioni di manutenzione e stazioni di sosta per il cambio e l’abbeveraggio dei cavalli, ostelli, piazzole per lo scarico ed il carico delle merci, guardine per i militi addetti al presidio ed al pagamento dei pedaggi ecc. Si era, di fatto, giunti ad avere la prima strada italiana carrozzabile logisticamente gestita che si inerpicava lungo i fianchi scoscesi delle montagne. La strada aveva numerose diramazioni che servivano per collegare piccole località, fabbriche, cave di pietra e di marmo e miniere di ferro. Un’ampia piazzola, ottenuta dall’intaglio della roccia, utile per la gestione
logistica delle merci in transito prende ancora il nome di Finestra Vandelli. I tratti montani più difficoltosi o ripidi furono realizzati con murate di sassi posti a secco. I materiali da costruzione erano quindi riconducibili a quelli reperibili negli stessi luoghi, pietre e legnami, a cui vennero aggiunte reti di ferro.

L’itinerario risultò però da subito troppo impervio e infestato dai briganti, oltre ad essere inagibile per molti mesi all’anno a causa della neve, così fu ben presto abbandonato.

Oggi la Via Vandelli può essere percorsa a tappe lungo sentieri e mulattiere nelle vallate dell’Appennino modenese, offrendo un itinerario ricco di testimonianze storiche medievali, con scorci panoramici di grande suggestione, fitti boschi di faggi e abeti, complessi rurali e rustici.

Il tracciato storico

La via Vandelli parte da Modena, biforcandosi raggiunge Maranello e Sassuolo e i due rami salgono in Appennino verso Serramazzoni nei pressi delle cascate del Bucamante e il castello di Monfestino;  ricongiungendosi raggiunge Montebonello e Pavullo.
(Le mappe antiche rivelano che qui la via Vandelli propone addirittura due percorsi, l’uno alternativo all’altro, detti la Calda e la Fredda, da impegnare rispettivamente durante l’inverno e durante l’estate lasciando in mezzo la vetta della Verrucchiella).

La strada nella sua distanza minima si svolgeva per più di 210 km e per circa 360 km nel complessivo.

Con una settimana circa di cammino, partendo da Modena si raggiungono le montagne del Frignano fino ad entrare nelle Valli della Garfagnana in territorio toscano. Il percorso  si rivela adatto sia per un tipo di turismo culturale, sia  naturalistico, presentando un livello di difficoltà medio e caratterizzandosi per un fondo stradale costituito in parte da materiale arenaceo.

Località di partenza è Modena, dove si può effettuare una prima sosta per visitare le antichità che testimoniano il prestigioso passato storico-artistico della città. Si prosegue quindi per Sassuolo, graziosa cittadina nota per la sua produzione di ceramiche.

A Serramazzoni, seconda tappa di questo itinerario storico, tocca le terme della Salvarola, i calanchi della Val Secchia, i sassi vulcanici di Varana e i boschi del Faeto, caratterizzati in prevalenza da faggi, castagni e cerri maestosi, uno dei quali, antico oltre quattrocento anni e denominato la “quercia dei Zanoli”. Nei dintorni vi è la Pieve preromanica di Rocca S. Maria, legata a Matilde di Canossa  e il “Sasso delle Streghe”, una colonna di oltre 20 m formata da conchiglie fossili appartenenti al miocene.

Montecuccolo

Da Pavullo la Via Vandelli, raggiunge il castello di Montecuccolo, che appartenne alla famiglia del celebre generale Raimondo Montecuccoli, supera il borgo medievale di Monzone, le selve di Brandola, il Ponte del Diavolo a Montecenere, con il favoloso monolite naturale di arenaria modellato dagli agenti naturali nel corso dei secoli. Il monolite, lungo 33 m, ha assunto nel tempo la forma di un ponte.

 

Gli amici della pagina Facebook Via Vandelli ci informano che il tracciato originario, come dimostrato da alcune mappe, passerebbe invece sotto il castello Montecuccolo, più o meno dove ora passa la via Giardini:

mappe settecentesche dimostrano come la Via Vandelli passasse proprio da Pratolino, nella comunità di Montecuccolo, e non sul crinale di Serra Parenti e quindi nemmeno dal Ponte del Diavolo.

Mappa del 700
Dettaglio della mappa del 1746 disegnata da Domenico Vandelli in persona, in cui è evidente il tracciato di quella che allora veniva chiamata Strada Nuova, e oggi Via Vandelli: dopo aver attraversato Pavullo la strada rimane tra Montecuccolo e Camatta, per poi raggiungere Montecenere
Ponte Ercole
Ponte Ercole
Serra Parenti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il territorio di Lama Mocogno offre diversi motivi di interesse naturalistico per la ricca varietà di boschi di castagni, faggi, querce e abeti che lo circondano.
Durante il percorso infine non è difficile incontrare daini, cervi, scoiattoli, caprioli e varie specie di uccelli.

 

capanno Guerri – foto Mirto Campi
La Fabbrica – dal libro “Angelo del paesaggio” 1994 TCI Banca CRV

Una delle ultime tappe obbligate sulla Via Vandelli prima di uscire dal territorio emiliano, superato il Capanno Guerri, tipica costruzione celtica, è La Fabbrica, edificata nei pressi di Sant’Andrea Pelago, e, secondo i progetti del Vandelli, sede di un punto di ristoro e di alloggio per i viandanti.

 

 

Lapide della Provincia di Modena
Il cippo a Resceto

 

 

 

 

 

Alla Fabbrica troviamo una lapide commemorativa della Provincia di Modena.
A Resceto (MS) invece, troviamo un cippo installato dal Comune di Pievepelago nel 1987 e da poco restaurato (5 maggio 2018). Un mutuo ringraziamento tra le due provincie il cui territorio è attraversato dalla Via Vandelli.

 

Sasso Tignoso
Oratorio Giovannoni – foto di Andrea Benelli

 

 

 

 

 

 

Tra i ruderi di imponenti capanne celtiche sale verso il passo delle Radici tra le valli del Dragone e dello Scoltenna, supera emergenze naturali come il Sasso Tignoso (una formazione rocciosa formatasi 80 milioni di anni fa, quando questa regione era coperta dall’acqua. Il magma, fuoriuscendo dal letto del mare e solidificandosi immediatamente acquisisce la tipica forma a “cuscino”, che dà a Sasso Tignoso la sua inconfondibile sembianza). Qui, passando dall’oratorio Giovannoni, con il suo portico sormontato da un unico singolo arco, entriamo nel Parco Regionale dell’ Alto Appenino Modenese o del Frignano, istituito nel 1988, un’area protetta di sedicimila ettari.

 

Località La Sega
vicino al Passo del Lagadello

 

 

 

 

 

La via poi sale fino allo spartiacque tra Emilia e Toscana a San Pellegrino in Alpe,(1525 m s.l.m.), attraversando la provinciale del Passo delle Radici in località La Sega e  superando il crinale presso il Passo del Lagadello (mt 1592).

Nel territorio toscano

Nel territorio toscano le tappe della Via Vandelli portano ai paesi di Castiglione e Castelnuovo Garfagnana, Pieve Fosciana quindi, dopo aver attraversato il fiume Serchio, si risale la valle dell’Edron, fino al lago di Vagli e i piani di Campocatino, si sale sulle Alpi Apuane e sopra all’impervia Valle dell’Arnetola, fino a raggiungere la cosiddetta “finestra Vandelli” al valico della Tambura. Oltrepassate le torri dei Campaniletti, si procede in discesa fino alle porte di Massa, conclusione dell’antico percorso.

Il tracciato apuano, la parte più ardita della via, in parte ricalcò preesistenti ed antichissimi sentieri che esistevano tra Vagli e Massa. La via, nella parte apuana, non fu quello che avrebbe dovuto essere, le pendenze eccessive ed i numerosi tornanti, insieme al fatto che in inverno rimaneva coperta dalla neve, la resero poco più di una mulattiera inadatta al passaggio di veicoli a ruota e, inoltre, fu anche infestata dai briganti.

Sicuramente Vandelli fece errori nella progettazione per la scarsa conoscenza geologica dei luoghi e si scontrò con Francesco Maria Colombini ingegnere massese, sicuramente più competente, ed ebbe la meglio su di lui solo per il rispetto di cui godeva presso la corte estense.

Tratto apuano da Resceto
Tratto apuano da Resceto
Documento conservato nel rifugio Nello Conti
Tratto apuano da Resceto
Località Le Teste

 

 

 

 

 

 

Il versante garfagnino della strada, più vicino al passo della Tambura, è stato devastato dalla costruzione della marmifera per Arnétola ma, salendo, la massicciata è ancora presente, anche se in cattivo stato di conservazione, e porta al passo dopo aver superato una fonte (ripiano degli Acqui Freddi).

Dal passo inizia il tratto massese lungo 6,7 km fino a Resceto per un dislivello di 1100 m.

In località le Teste, ricordata da una lapide in marmo, pare che fossero esposte le teste dei briganti uccisi come monito. Infatti la via era infestata da malviventi.

Come arrivare

Casello autostradale A1 Modena. La città dista 39 Km da Bologna, 130 Km da Firenze, 170 Km da Milano, 404 Km da Roma.
Il Frignano è raggiungibile facilmente sia dal versante emiliano che da quello toscano. Una volta raggiunta Modena si prende la SS12 “Nuova Estense” e, in poco tempo, si arriva a Pavullo nel Frignano. Per il percorso trekking: alla stazione delle autocorriere (ATCM) di Modena si fa il biglietto per Serramazzoni e si prende la corriera per Pavullo-Abetone, dopo circa un’ora si scende a Serramazzoni.

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Vi interessa il trekking e volete una guida? Leggete qui, Verdenatura vi accompagna
http://www.verde-natura.it/it/tours/trekking-lungo-la-via-vandelli-da-modena-a-massa-carrara-

Altre risorse sulla Via Vandelli

  • http://www.portaleturismo.provincia.modena.it/page.asp?IDCategoria=305&IDSezione=7173&ID=69276
  • https://sentieridautore.it/2016/01/05/la-via-vandelli-in-garfagnana/
  • http://viavandelli.blogspot.it/ (un viaggio sulla Via Vandelli)
  • https://sites.google.com/view/viavandelli/il-percorso?authuser=0

 

Testi tratti da 

Nuova pubblicazione sulla Via Vandelli, Di Giulio Ferrari, edita da Artestampa Edizioni di Modena

La Via Vandelli – antica strada, nuovo cammino

 

 

 

 

 

 

Galleria fotografica

 

2 Risposte a “La via Vandelli”

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