Il Mirtillo nero dell’Appennino modenese

Per Mirtillo nero dell’Appennino modenese si intende esclusivamente la specie Vaccinium myrtillus L., un piccolo arbusto spontaneo comunissimo nel sottobosco montano delle Alpi e degli Appennini, dove cresce tra i 900 ed i 1500-1800 metri. Lo si trova nell’Appennino bolognese, modenese e reggiano, come pure nelle provincie di Lucca e Pistoia, nelle zone limitrofe nell’alto Appennino.

Raccoglitori al lavoro nelle mirtillaie della conca ci Campolino
Raccoglitori al lavoro nelle mirtillaie della conca di Campolino

 

 

Gerle e cesti
Gerle e cesti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Piccolo mirto”, come suggerisce il nome, il “mirtillo” venne chiamato così per la somiglianza al suo più famoso parente mediterraneo. Gli antichi romani lo chiamarono Vaccinium, derivando probabilmente la parola dal greco arcaico che significava ‘giacinto a fiore blu’.

 

 

 

Zona di produzione
Zona di produzione

I frutti sono bacche sub-sferiche dalle dimensioni del diametro di circa 6-8 mm, del peso di 0,25-0,55 g. La parte esterna è di colore nero-bluastro, ricoperta di pruina. Il colore della polpa è rosso-bluastra e tingente, il sapore caratteristico, gradevole, di tipo agrodolce, leggermente astringente.

La zona di produzione e confezionamento del Mirtillo nero dell’Appennino modenese è rappresentata esclusivamente dai territori dei comuni di Fanano, Sestola, Montecreto, Riolunato, Pievepelago, Lama Mocogno, Fiumalbo e Frassinoro, appartenenti alla provincia di Modena, e nei territori dei comuni limitrofi, situati nell’alto Appennino, delle Province di Reggio Emilia, Bologna, Pistoia e Lucca, come meglio individuati dalla cartografia allegata.

 

Eventi con il mirtillo protagonista vengono organizzati ogni anno a Fanano e all’Abetone.

Il mirtillo dell'Abetone
Il mirtillo dell’Abetone

 

Alcune interessanti proprietà terapeutiche del mirtillo nero (Vaccinium myrtillus L.) sono note già da lungo tempo. Nella medicina popolare e tradizionale sono state utilizzate soprattutto preparazioni (infusi, decotti, sciroppi etc…), ottenute in particolare dalle foglie ma anche, in minor misura, dalle bacche, cui si attribuivano diverse attività medicamentose, come quelle astringenti, antisettiche e antibatteriche, antiflogistiche e ipoglicemizzanti.

Se occorre aspettare le moderne strumentazioni di analisi per ritrovare un massiccio impiego medico e fitocosmetico del Mirtillo Nero – le cui bacche sono ricche di acidi organici, tannini, pectine e antociani – le proprietà astringenti e disinfettanti avevano già reso celebre l’arbusto, che era apprezzato anche per le foglie.

Nel medioevo, un cuscino di foglie di mirtillo era proposto come ottimo rimedio contro le emorroidi. Ma la caratteristica forse più nota del Mirtillo Nero è la sua capacità di aguzzare la vista, soprattutto al buio. Se ne sono accorti, durante la seconda guerra mondiale, i piloti della RAF: grazie a robuste dosi di pane e confettura ai mirtilli le loro incursioni aeree notturne diventavano sempre più precise e micidiali.

Da qualche decina di anni l’interesse fitoterapico si è spostato dalle foglie alle bacche, con particolare attenzione al loro contenuto in antociani, responsabili delle principali attività del mirtillo nero allora note, cioè l’azione vitaminica P-simile e la capacità di favorire l’acuità visiva crepuscolare e notturna. Si è così confermata su basi scientifiche sperimentali l’osservazione empirica, e la relativa applicazione, per cui durante la Seconda Guerra Mondiale i piloti della RAF che consumavano notevoli quantità di confetture di mirtillo sembravano avere una migliore visione durante le missioni notturne.

La ricerca scientifica sui piccoli frutti ha inoltre evidenziato notevoli proprietà antiossidanti, dovute alla presenza dei polifenoli (a cui gli antociani appartengono), e una potenziale attività preventiva della formazione di tumori sperimentali e spontanei.

"pettine" per la raccolta dei mirtilli
“pettine” per la raccolta dei mirtilli

Le operazioni di raccolta vengono effettuate con l’ausilio di uno specifico attrezzo chiamato pettine.

 

 

 

 

 

 


Il mirtillo in cucina

Risotto con mirtilli

Rosolare la cipolla col burro, unire il riso, fare sfumare con un sorso di vino bianco. Aggiungere i mirtilli, avendo cura di conservarne una piccola quantità per la guarnizione del piatto di portata. Portare a cottura con aggiunta di brodo. Mantecare con burro e parmigiano. Servire con leggera spolverata di Parmigiano-Reggiano e qualche mirtillo intero come decorazione,

 

 

 

 

 

 

 

Tagliatelle ai mirtilli

Prepara la pasta. Metti metà dei mirtilli in una piccola pentola con 1 cucchiaio di acqua e lascia cuocere su fiamma moderata per 5 minuti, coperto, poi schiacciali con una forchetta e lasciali raffreddare in una ciotola. Metti nella pentola gli altri mirtilli e lasciali semplicemente stufare un po’ con il calore residuo, sotto il coperchio. Devono appassirsi un po’ senza disfarsi.

Metti la farina su un piano o in una ciotola, aggiungi al centro il sale, le uova e i mirtilli schiacciati. Impasta energicamente per qualche minuto, sino a che otterrai una palla di pasta liscia, omogenea e viola.
A questo punto tirare la pasta come di consueto e preparare tante tagliatelle.

Prendendo spunto da questa ricetta, https://www.csabadallazorza.com/ricette/tagliatelle-ai-mirtilli/ – le abbiamo condite con crème fraîche (panna acida), pecorino tenero e crema di formaggio, salvia e origano, qualche mirtillo intero, spolverizzandole poi di parmigiano reggiano e pecorino stagionato.

 

 

 

 

 

 


queste e altre info sul sito
http://www.mirtillonero.it/dettaglio.asp?idliv=114

Marchio
Marchio

 

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