La mappa del percorso
“Gioiello e Lidia: abbiamo partecipato perché
pensavamo che niente potesse più stupirci della nostra valle
… e invece …
Aggiornamento 2023
Sono state realizzate alcune modifiche e aggiunte.
In particolare la storia del pastore Lino, raccontata su grandi stendardi ricamati a mano a punto croce da “tre donne meravigliosamente folli” (ogni riga ha richiesto 3 giorni di lavoro!) che ci accompagna lungo il tratto di sentiero da percorrere per raggiungere il percorso vero e proprio, e “Il Salatoio“, anfiteatro per spettacoli e incontri realizzato nell’area dove i pastori spargevano il sale necessario alle pecore poiché l’erba montana è povera di sali minerali. Sono state aggiunte le “Farfalle di Paolo”, modificata la disposizione dei fiori, modificato il gregge. aggiunti giochi per bambini e altre installazioni. Il 2023 ha visto anche la partecipazione delle scuola di Fanano alla realizzazione di alcune installazioni. Ma bisogna andare e vedere con i propri occhi, nessuna parola è sufficiente ad esprimere lo stupore e la meraviglia che questo percorso suscita.
Le quattro soste di Lino
Il Salatoio
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Nel corso dell’estate 2022 è stato realizzato nei boschi di Ospitale un percorso tematico esperienziale dedicato alla riflessione sulla figura del pastore e ai boschi e crinali che rappresentano l’ambiente in cui il pastore vive e si muove.
Leggiamo sulla pagina Facebook dedicata al progetto: “ Nasce tutto dal forte desiderio di Gabriella che quasi per gioco, appoggiata inizialmente da Lucia, Paolo e Cristina, decise di proporre il progetto verbalizzato: agli Usi Civici di Fanano, al comune di Fanano e al Parco del Frignano… “
Il progetto è stato pensato e realizzato dagli attuali abitanti della Scaffa e di Pian Castagnolo (piccole borgate dell’alto Appennino Modenese sperdute nei boschi di Ospitale). Tutti insieme hanno dato vita a questo percorso nella zona alta del sentiero 445 (da Capanno Tassoni al Passo della Riva), accompagnati dalle indicazioni che guidano il partecipante.
Ma come ci siamo imbattuti in Nebbia all’Alpe?
Abbiamo conosciuto questi luoghi dal 2018 partecipando alle Borgate Ospitali (altra straordinaria espressione della laboriosità e amore degli abitanti e frequentanti questi luoghi). Al Pian Castagnolo conoscevamo Giovanna e Giuseppe, successivamente la loro figlia Francesca, poi Francesco Pelillo. Nel 2021 è stata realizzata al Pian Castagnolo una mostra fotografica in ricordo degli abitanti originari della borgata, purtroppo non siamo riusciti a visitarla, ma venuti a conoscenza che la stessa si sarebbe tradotta in un libro abbiamo pensato di acquistarlo. Ed ecco che arriviamo a conoscere, telefonicamente, Cristina, la quale ci racconta del loro nuovo progetto, appunto Nebbia all’Alpe. La cosa curiosa è che noi, frequentatori di internet e Facebook, avevamo già incontrato il progetto e lo avevamo condiviso e pubblicizzato sulla nostra pagina FB, pur senza avere compreso bene di cosa si trattasse. Quindi ne parliamo con Cristina, che insieme al marito Paolo e ad Adriana conosciamo personalmente a Pian Castagnolo a fine agosto. E lì molti racconti, su come questo gruppo di Toscani sia arrivato al Pian Castagnolo e abbia piano piano comprato e restaurato le varie case, creando una comunità molto coesa e viva, innamorata dei luoghi e anche della loro storia.
Abbiamo conosciuto I Mattinvalle! Così si definiscono loro, per l’audacia dei loro progetti, ma che io definisco invece di grande genialità e contenuto. Progetti che pensano e realizzano in collaborazione con gli abitanti della vicina Scaffa (discendenti dai pastori toscani che frequentano il luogo da molto tempo e che ne continuano l’attività) e alcuni altri abitanti e originari del territorio, quindi fananesi.
Il progetto è promosso anche dal Comune di Fanano e noi, per la nostra piccola parte di divulgazione, leggiamo e condividiamo resoconti e fotografie del percorso sulle nostre pagine Facebook.
E finalmente, ormai al termine della stagione, riusciamo a percorrerlo anche noi.
E la magia ci avvolge, ci penetra e riempie i nostri occhi di meraviglia!
Ben diverso è leggerne e guardare foto, ma trovarsi immersi in questa audace, innovativa e geniale iniziativa è straordinario.
Il percorso sarà smontato fra pochi giorni, ma l’intento è di rimontarlo il prossimo anno, con aggiunte e modifiche. Ve lo descriviamo punto per punto, cosicché chi riuscirà a vederlo in questi giorni (le installazioni saranno smontate sabato 8 ottobre) potrà trovare una guida, altrimenti vi diamo appuntamento alla prossima estate!
L’escursione ha inizio nei pressi del Capanno Tassoni, con un avvicinamento di circa 40 minuti.
L’itinerario si compone di 32 installazioni. Ogni installazione ha una o più tabelle narrative che ci raccontano qualcosa.
All’inizio del percorso troviamo la cassetta della posta, per chi volesse lasciare pensieri o suggerimenti.
Ci danno il benvenuto e ci indicano la via il pastore con il suo cane e la pecora Roccia (magistralmente scolpita nel legno).
Ma andiamo! Tutto il percorso è ottimamente segnalato da tondini in legno colorati in giallo e rosso, impossibile perdersi.
1 – In cima alla roccia delle Borracce
Ci accoglie qui un gigantesco striscione (le foto non rendono la grandezza), audacemente appeso a una roccia con delle corde. E una bacheca con le prime informazioni: introduzione e invito al percorso.
2 – Il pranzo del pastore
3 – Farfalle e fiori
4 – Paolo e Francesca – Amor c’ha nullo amato amar perdona …
Perché ricordare qui i due celebri amanti danteschi?
“Perché abbiamo visto i due alberi con gli occhi di Bolea, un pastore che tante volte aveva recitato questi versi e tanto tempo aveva passato nei boschi”
5 – il pastore e le sue storie
6 – La corona dei faggi giganti e le piccole genti degli alberi: sono 7 provate a trovarli!
7 – Magic Moment: la pecora Flora e la mosca
Tanti campanelli tintinnano sugli alberi di fianco a Flora!!
8 e 9 – il gregge di Bizzino e il Cingio Sermidiano
10 – L’albero delle stagioni
Queste installazioni sono state realizzate dai ragazzi delle scuole di Fanano
11- il grande piede sporco
Un grande albero caduto è l’occasione per un a installazione che si offre spontanea ai passanti
12 – Beatrice
L’installazione che ricorda la poetessa pastora di Pian degli Ontani è una delle più scenografiche e suscita grande emozione. Cristina mi racconta che conoscono Beatrice perché uno dei pastori della Scaffa cantava le ottave. L’installazione è straordinaria: una cascata di “non ti scordar di me” adagiata su una distesa di pietre e tra due alberi giganteschi, preannunciata da due corone di fiori realizzati all’uncinetto
13 – Il trono del re
14 – Il sogno del merlo cedrone
Altra installazione straordinaria: sfruttare un albero “scosciato”, vederci la coda di un uccello e realizzarlo, con una miriade di pezzettini colorati di gommapiuma o simile. Stupendo!
15 – Le pecorelle e i giochi del pastore
16 – Il troppo e il poco
Pittoresca miriade di palle colorate con riflessione sull’importanza del pascolo come mantenimento della biodiversità del bosco.
Osserviamo anche da qui in avanti che il percorso dove passare è delimitato e indicato da rami e fascine ammucchiate ai lati, anche questo è un particolare fantastico!
17 – Il gregge e il pastore
18 – e arriviamo ai Mattinvalle!
Angolo dedicato a tutti i partecipanti al progetto, con le foto e le motivazioni di ognuno! Divertentissime da leggere. Grande emozione nel vedere che Giuseppe e Giovanna hanno utilizzato proprio la foto che ho fatto loro io, alle prime Borgate Ospitali. E poi ci sono altri amici, Munghia, Gioiello, Matilde .. e un invito ad unirsi al gruppo per comparire poi nella galleria delle foto!
19 e 20 – Le pecore e il lupo
Delizioso gregge di pecore realizzate con ogni tipo di materiale e con tanta fantasia, e il lupo, realizzato da Gionata Orsini, abile scultore fananese, che realizza anche piccoli portachiavi a forma di margolfa o animali tra cui appunto questo lupo.
21 – Il campo di margherite
La radura con le margherite
22 – ed ecco la nebbia!
Ci addentriamo tra le cortine di velo che simulano la nebbia, con campanelli che so muovono al nostro passaggio o con il vento … leggiamo i pensieri vari della pastora Lucia che teme per il suo gregge
23 – ecco la pastora e la sua casa
24 – dopo la nebbia, la pioggia
25 – Suoni nella nebbia
26 – Il bosco canta alla luna: che fai tu luna in ciel, dimmi, che fai?
27 – Il Bosco Pietroso
28 – i funghi
29 – L’insoglio dei cinghiali
30 – Il suono della lana
Ovile immaginato composto da sottili fili di lana come una tenda, con al centro un tronco, quale diapason naturale.
Di fianco l’angolo del pellegrino che si trovava a passare da questi boschi lungo la via Romea
31 – La galleria dei pastori
Quelli di prima e quelli di adesso, serie di gigantografie appese in alto che completano l’emozione.
32 – l’aiuto dell’acqua
Il percorso termina con un delizioso ponticello, realizzato sempre dai Mattinvalle.
Per Nebbia all’Alpe non è stato tagliato nessun albero!
Qui incontriamo il sentiero Cai 411 che in discesa ci riconduce al 445 tramite il quale torniamo al Capanno Tassoni.
Noi abbiamo impiegato in tutto 3 ore e 30.