ll Ponte di Olina costituisce senza dubbio una delle opere del passato più ragguardevoli ed ardite che si siano pervenute. Ancora oggi, pur soppiantato nella sua funzionalità dai vicini ponti di Pian della Valle (Pavullo-Acquaria) e del Prugneto (Pavullo-Sestola), si fa ammirare per la linea leggera del suo arco annerito dal tempo e perfettamente integrato nel paesaggio sassoso dello Scoltenna. Fu eretto nel 1522 sulle rovine di uno precedente e molto antico, probabilmente risalente ad epoca romana. Pare che alle spese, gravate sulle terre dei Montecuccoli e della podesteria di Sestola, contribuissero anche Firenze e Lucca a dimostrazione del ruolo strategico svolto nella viabilità frignanese fin dalle epoche più remote. Il Ponte di Olina era stato costruito con criteri che sono da ritenere avanzatissimi per la tecnica del tempo.
Grandioso, snello, con l’unica arcata parabolica a “schiena d’asino”, il passaggio protetto da parapetti che al centro formano una piccola edicola, è proprio come noi immaginiamo un ponte medievale. Non si può far a meno di immaginare il traffico di carri, di muli e cavalli, di uomini in armi e contadini che transitava dal ponte essendo quello il collegamento diretto fra i territori di Pavullo, dominati dai Montecuccoli e la forte podesteria di Sestola.
Nel tempo il ponte subì perfezionamenti e restauri, restando sempre un monumento di grande suggestione.
Un’antica leggenda un po’ sinistra, ricollegabile ad un tragico evento avvenuto nel 1400, narra che chiunque si trovi a passare sul ponte in una notte tempestosa e buia, ode una voce strozzata ed affannosa che chiede aiuto.
E’ ancora oggi transitato da automobili e trattori. Lo si raggiunge comodamente seguendo le segnalazioni sulla provinciale che dalla Giardini porta ad Acquaria, subito dopo l’abitato di Olina.
Per saperne di più:
“Il ponte di Olina. Un mirabile arco in pietra sullo Scoltenna” di Andrea Pini, 1997.
– Adelmo Iaccheri editore – Pavullo
Progettato da i miei antenati, i fratelli Parrocchetti
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