San Pellegrino in Alpe

Antico borgo di confine, il paese più alto dell’Appennino (1525 mt),  sorto nel medioevo su antiche strade di pellegrinaggio, dove si incontrano questi antichi cammini: la Via Vandelli, la via Matildica del Volto Santo, la via Bibulca.


San Pellegrino in Alpe è una frazione divisa tra i comuni di Castiglione di Garfagnana (provincia di Lucca) e di Frassinoro (provincia di Modena); di quest’ultimo costituisce una exclave.

Questa particolare situazione geografica la conoscono bene anche i due Santi che riposano all’interno del santuario, molto popolari e venerati. Parliamo di San Pellegrino e San Bianco che hanno la parte alta del corpo in Emilia e quella bassa in Toscana. In questo modo vennero accontentate sia le comunità del versante emiliano che di quello toscano che si contendevano i due Santi.

È situato a 1525 m s.l.m. ed è il borgo abitato più alto dell’Appennino. Pochi abitanti stabili (circa 8), ma il paese è luogo di passaggio e di escursioni in inverno ma soprattutto in estate.

Nel borgo, frequentato per la sua bellezza e panorama, si trovano 1 bar, due ristoranti/albergo e negozi per l’acquisto di prodotti locali.

Il paese è sorto nel Medioevo intorno all’omonimo Santuario di San Pellegrino, attualmente visitabile ed in ottimo stato di conservazione. Nel paese è allestito, vicino al Santuario, un museo dedicato alla civiltà contadina del posto.
(chiuso però al momento presente)

Il sito è raggiungibile dall’Emilia attraverso il Passo delle Radici, 1525 m s.l.m. (uno dei passi alla maggiore altitudine della Toscana) e dalla Toscana attraverso la provinciale che sale dalla Garfagnana.

Da San Pellegrino in Alpe si gode di un ampio panorama sulla Garfagnana e sulle Alpi Apuane.
A queste ultime è legata una leggenda locale: si narra che San Pellegrino delle Alpi, tentato dal Diavolo, dopo aver perso la pazienza, gli sferrò un tremendo schiaffo, facendogli attraversare l’intera valle, fino a farlo sbattere contro le Alpi Apuane.
Queste vennero oltrepassate e bucate dal corpo del Diavolo, lasciando come traccia il Monte Forato (1234 m s.l.m.), un arco naturale di pietra lungo 15 m ed alto 12 m visibile, per l’appunto, da San Pellegrino in Alpe.

Balcone sulle Apuane - foto Carla Lenzi
Balcone sulle Apuane – foto Carla Lenzi
balcone verso le Apuane - foto Daniela Fruendi
balcone verso le Apuane – foto Daniela Fruendi
La Panchina rossa

 

 

 

 

 

 

La particolarità della suddivisione amministrativa del borgo è scherzosamente indicata nel Bar L’Appennino Da Pacetto dove puoi prendere il caffè in Emilia e pagarlo in Toscana

Il confine Toscana/Emilia
Nulla

Si può anche entrare a prendere …

NULLA!

 

 

 

A San Pellegrino in Alpe la secolare tradizione del “Cambio della Croce” si ripete ogni anno il 1° agosto. La croce rimane in questo luogo per tutto l’inverno fino al 1 agosto dell’anno successivo a proteggere tutti coloro che hanno a cuore San Pellegrino.

La cerimonia del Cambio della Croce

 

 

 

 

 

 

 

Giro del Diavolo
Giro del Diavolo

Da San Pellegrino in pochi minuti si arriva alla località detta “Giro del diavolo“: la leggenda racconta che il diavolo, irritato dalla resistenza di San Pellegrino alle tentazioni, lo schiaffeggiasse facendolo ruotare tre volte su se stesso. In questa località, i devoti si recavano e si recano tutt’ora trasportando un sasso sulle spalle, depositandolo lì dopo aver compiuto 3 giri del luogo della tentazione del Santo. La grandezza del masso è stabilita in funzione della gravità del peccato. Pertanto al Giro del Diavolo si trovano migliaia di sassi impilati dai devoti nei secoli.

 

 

 

 

 

 


Pellegrino, detto san Pellegrino delle Alpi o san Pellegrino in Alpe (Irlanda, … – Frassinoro, 643), era, secondo la tradizione, un principe irlandese che avrebbe rinunciato alle ricchezze per effettuare un viaggio di pellegrinaggio in Terrasanta e sarebbe morto poi in Italia sull’Appennino tosco-emiliano, dove sorse presto un culto legato alla sua figura e a quella di san Bianco, che è tradizionalmente indicato come suo unico compagno di romitaggio. San Bianco viene ricordato dalla devozione popolare come un brigante convertito da Pellegrino, che decise di seguirlo nel romitaggio dopo aver mutato nome.

Interno del santuario - foto di Stefania Rivieri
Interno del santuario – foto di Stefania Rivieri
Interno del santuario
Interno del santuario – foto Antonella Romagnoli

Sebbene oggetto di grande venerazione da parte dei cattolici tosco-emiliani che li celebrano il 2 agosto, entrambi non sono riconosciuti ufficialmente come santi dalla Chiesa cattolica.

La fantasia popolare elabora una vita leggendaria di San Pellegrino, diffusa in ogni luogo dai conversi che ancora si recano alla questua per i poveri. San Pellegrino, si narra, è il figlio del re di Scozia Romano e di sua moglie Plantula. Compie prodigi fin dal giorno in cui è battezzato. Trascorsa una fanciullezza di penitenza, rinuncia alla successione del regno. S’incammina verso la Terra Santa, accompagnato da una banda di ladri che aveva miracolosamente convertito. Dopo avere subito persecuzioni, s’imbarca verso l’Italia, dove visita i principali santuari. Infine prende per abitazione una caverna, qui è visitato dagli animali selvatici, che gli diventano amici.

 

Passati molti anni, vede un luogo adatto alla penitenza e vi si reca, rifugiandosi dentro un albero cavo. Arrivato all’età di oltre 97 anni. S. Pellegrino scrive in una corteccia d’albero la sua vita, e poi muore.

Due coniugi modenesi, avvertiti in sogno da un angelo, ritrovano il suo corpo come fosse vivo, custodito da gran moltitudine di animali. Accorrono sul luogo vescovi e popolazioni della Toscana e dell’Emilia e sorge una disputa fra gli emiliani, che vorrebbero portare il Santo in pianura, e i toscani che lo rivendicano, essendo morto nei loro confini.  La salma viene posta su di un feretro tirato da due torelli indomiti, uno toscano ed uno emiliano, che si fermano sul luogo detto “termen Salon”. Qui sorge una basilica in onore di San Pellegrino, la cui dedicazione avviene il 1° agosto dell’anno 643. Molti miracoli avvengono in questo luogo, che viene onorato da papi ed imperatori. Sorge poi un ospizio per accogliere coloro che accorrevano a venerare il Santo. Si reputa però che l’ospizio di San Pellegrino abbia preso il titolo da San Pellegrino d’Auxerre, un santo vescovo francese, al quale furono intitolati nel Medio Evo molti ospitaletti sorti per carità cristiana lungo le grandi linee di comunicazione italiane. Resta aperto il problema delle reliquie del Santo, delle quali si ha notizia solo a partire dalla seconda metà del secolo XIII.

La teca in cui sono conservati i resti ritenuti di San pellegrino e San Bianco - foto di Stefania Rivieri
La teca in cui sono conservati i resti ritenuti di San Pellegrino e San Bianco – foto di Stefania Rivieri

 

 

 

 

 

 

 

 

Lorenzo Angelini – da “IL MUSEO DI SAN PELLEGRINO IN ALPE e l’affresco di Luciano Guarnieri” 1987. Provincia a Comprensorio, numero speciale. Ed. Amministrazione Provinciale di Lucca, Centro Tradizioni Popolari, 1987.
G.Mazzoni – La leggenda illustrata di San Pellegrino dell’Alpe  1919
http://www.sanpellegrino.org/leggenda.htm

Da san Pellegrino in Alpe transitavano alcune vie storiche, la via Bibulca, la via Vandelli e la via Matildica.

La “Camminata da San Pellegrino in Alpe a Gallicano” è nata alcuni anni fa nell’ambito delle iniziative legate al Progetto Francigena per la promozione la valorizzazioni del patrimonio storico culturale del territorio, con particolare attenzione alle antiche vie medievali che dai valichi appenninici scendevano verso il fondovalle attraversando luoghi di interesse ambientale, architettonico ed artistico. E’ un occasione per ripercorrere queste vie come “moderni pellegrini”, con uno spirito diverso dai viandanti di allora, ma con la stessa voglia di scoprire e conoscere. Un patrimonio di cultura e natura si offre lungo il percorso, testimonianze di secoli di storia, di fede e di arte in un ambiente naturale affascinante.

pellegrini al santuario

 

 

 

 

 

 

Altre info le trovi su
https://santuariosanpellegrino.it/

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