Via vecchia del Pelago

1 – Da Pievepelago a Roccapelago

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L’itinerario ha inizio a Pievepelago dalla piazza Mulino di Domma. Dalla piazza si imbocca in salita via Tamburù, strada in cui si affacciavano un tempo il Comune, le prigioni e le numerose botteghe artigiane del paese (da qui il nome con cui veniva chiamata di Via Cento Mestieri) e che dal 1927 ospita la tradizionale e scenografica infiorata del Corpus Domini. Alla fine di via Tamburù ci troviamo a intersecare la SS 12 (dist. 0,234), la attraversiamo per imboccare proprio di fronte a noi la via della Rocca con l’antico selciato (all’imbocco si trova freccia segnavia “antica via del Frignano”). Si attraversa la SS 12 (dist. 0,234) e si imbocca la via della Rocca con l’antico selciato (all’imbocco si trova freccia segnavia “antica via del Frignano”). Prima di avviarci su per il selciato della “via vecchia” vale la pena voltarsi ancora verso via Tamburù per osservare la grande carta geografica d’Italia dipinta per la prima volta dai fratelli Galassini nel 1878.

Il sentiero prosegue quindi sul versante destro del Rio Piccolo fino alla località La Bonifica. Poco oltre il vecchio edificio rurale incontriamo una edicola votiva. Il toponimo La Bonifica è dovuto all’originario carattere acquitrinoso di questo ampio pianoro sito ai piedi del monte Rocca in cui si trovavano ad affiorare acque sorgive poi incanalate ed utilizzate per l’abbeveramento del bestiame al pascolo. Proseguendo un affaccio su una radura alla sinistra del sentiero ci regala la prima superba veduta dell’ex maniero d’Obizzo, dal ‘500 sede della Chiesa della Conversione di San Paolo (1000 mt).

Poi giungiamo all’oratorio della Madonnina di Coppi (1051 m s.l.m.), Superata la Madonnina di Coppi troviamo un bivio dove proseguiamo sulla sinistra in piano imboccando l’ultimo tratto della via Pieve – Rocca, recentemente riaperto dopo decenni di infrascamento grazie a un progetto finanziato dal GAL Antico Frignano.

Mulino di Domma
carta geografica d’Italia dipinta
La Bonifica

 

 

 

 

 

 

La Bonifica
panorama verso S.Annapelago
Edicola votiva

 

 

 

 

 

 

freccia segnavia antica via del Frignano
Verso Roccapelago
S.Andrea Pelago

 

 

 

 

 

Madonnina di Coppi
Madonnina di Coppi

 

 

 

Roccapelago
la rocca in tutto il suo splendore

 

 

 

 

 

 


2 – Da Roccapelago a Sant’Andrea

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Questa è la parte più impegnativa dell’itinerario lungo il sentiero locale 6 (segnavia bianco-azzurro) che fiancheggiando il monte Rocca porta ai Casoni.
Da ora in avanti dovremo fare molta attenzione, soprattutto in alcuni tratti, a non perdere la traccia.

Imbocchiamo il sentiero all’inizio della piazza, sul lato opposto della comunale rispetto a quello dove siamo sbucati arrivando da Pieve. Dopo poco raggiungiamo i ruderi di una vecchia casa in sasso, li superiamo lasciandoceli a sinistra e proseguiamo su una traccia poco evidente (specie in estate con l’erba) sfilando a fianco di un basso muretto a secco, ricordo dei terrazzamenti con i quali i vecchi abitanti del Frignano traevano caparbiamente da queste terre ogni possibile lembo coltivabile.

Segnavia
lasciamo alle spalle Roccapelago
Rudere

 

 

 

 

 

 

Si sbuca quindi in una radura che costituisce uno dei due punti più critici per l’orientamento. In estate qui la traccia si perde fra l’erba e si deve attraversare la radura mantenendo quota e direzione in direzione N-E. Si trovano in questo tratto alcuni segnavia “non convenzionali”: dei grossi bolli rossi sulle piante di maggiori dimensioni che sono un valido aiuto per tenere la direzione giusta. Attraversata in larghezza la radura aiutandoci con i bolli rossi e un po’ di senso del bosco, riprendiamo la traccia che torna ad essere ben visibile al rientro in pineta (UTM 627 547; 4 896415). Il sentiero sale dunque ora all’interno di una pineta artificiale in cui sono presenti anche maggiociondoli e ginepri; di tanto in tanto si incontra qualche segnavia bianco-azzurro e ancora qualche segnale color argento a darci conferma di essere sulla strada giusta (in ogni caso non appena usciti dalla radura la traccia si fa subito chiara e non è difficile seguirla).

Attenzione a non perdere la traccia
Punto panoramico
Il Cimone

 

 

 

 

 

 

A 3,700 Km dalla partenza a Pievepelago (UTM 627 674; 4 896 631, q. 110 m s.l.m.) raggiungiamo il punto più alto del tragitto nei pressi della località Cà del Cuculo, punto panoramico affacciato sul sottostante Pian delle Forche da cui si domina tutta la valle del Pelago e il versante SW del Cimone con il crinale che si allunga verso il Libro Aperto. Da qui in un solo sguardo possiamo abbracciare tutto il nostro itinerario: dal campanile della Chiesa parrocchiale di Pieve, dove siamo partiti, al pianoro della Bonifica che abbiamo traversato in salita, al campanile di Sant’Andrea, alla nostra sinistra, che troveremo sulla via del ritorno.

A 4,349 Km da Pievepelago (UTM 627 347; 4 897019) ci troviamo ai bordi di un’ampia tagliata. Siamo nel tratto in cui si deve prestare la maggior attenzione per seguire il tracciato. Infatti da qui, in corrispondenza dell’ultimo segnavia prima dell’uscita dal bosco, il sentiero piega di 90° verso ds (NE) e la traccia, uscendo dal bosco, si vede a malapena. Non ci si perda comunque d’animo e usciti dal bosco ignorate una traccia che prosegue in direzione NW in leggera salita lungo il margine superiore della tagliata e, voltando a destra di 90°, seguite in discesa il bordo della tagliata che corre parallelo ad un impluvio da prima appena accennato poi sempre più evidente (fate attenzione a non inciampare nella legna tagliata e lasciata alla rinfusa sul terreno).

Il sentiero scende dunque dritto per dritto lungo il bordo della tagliata, di fronte a noi possiamo scorgere la valletta del Rio Grosso ed oltre il campanile di Casoni. Tenendo come riferimento il piccolo impluvio e il limite del bosco (che terrete alla vostra destra) scendete in direzione ENE circa in massima pendenza finché, dopo circa 200-300 m riconoscete la traccia della via vecchia incassata prima fra due argini poi fra due muri a secco e, facendo attenzione, iniziate anche a ritrovare i segnavia che in questo tratto vi saranno molto utili. Scendete ancora attraversando alcune piste di esbosco fino a trovare i ruderi di una vecchia casa in cui si riconosce ancora il muretto che delimitava l’aia (UTM 627 514, 4 897 252). Da qui il sentiero è ben visibile e prosegue dritto lungo la linea di massima pendenza delimitato da un muretto per circa 50 m. Un ultimo sforzo di attenzione per accorgersi che il sentiero abbandona questa traccia molto evidente che prosegue in discesa per girare bruscamente di 90° a sinistra (si vede un piccolo faggetto con un segnavia atterrato quasi di traverso al sentiero) lasciando la tagliata ed entrando in faggeta. Il sentiero vi conduce all’imbocco di una passerella in precarie condizioni di manutenzione (ponte delle Gnaregge), è consigliabile evitare di attraversarla e cercare un facile guado (UTM 627 670; 4 897 603, q 1000 m s.l.m., dist. 5,802 Km) qualche decina di metri più a monte.

qui si gira a destra di 90°
si continua a scendere nella faggeta
Ponticello delle “Gnaregge”

 

 

 

 

 

 

Guadato il torrente, il sentiero prosegue in salita fiancheggiando potenti bancate di roccia con una traccia esile ma facile da riconoscere per poi rientrare nel bosco (vecchio castagneto abbandonato) per divenire, dopo aver voltato sulla destra in corrispondenza di un vecchio muro, uno stretto tracciolino ben battuto solo un po’ chiuso dall’erba nell’ultimo tratto prima di giungere alle prime case. Proseguendo oltre fra le case del borgo di Casoni, prima di giungere sulla strada asfaltata, troviamo una bella fontana con lavatoio a cui possiamo rabboccare le borracce.

località I Casoni-Casa Grande
Località I Casoni
Località I Casoni

 

 

 

 

 

Giunti sulla comunale si gira subito a destra e percorsi pochi metri in corrispondenza della prima curva imbocchiamo, sempre sulla destra, la via vecchia che scende a Pieve. Dopo questo primo tratto di lastricato in cui incontriamo la vecchia scuola elementare e una bella edicola votiva, in località Piangrande ritorniamo sulla comunale proseguendo diritti per reimboccare la via vecchia sulla sinistra in corrispondenza della prima curva dopo il rettilineo.

Lavatoio di Casoni
Edicola votiva
verso Sant’Andrea

 

 

 

 

 

Nuovo attraversamento della comunale, riprendiamo la via vecchia e scendiamo dritti fino a Sant’Andrea (UTM 628 756; 4 897 303) dove, come a Casoni, ci accoglie all’ingresso in paese una bella fontana con lavatoio. Attraversiamo tutto il paese proseguendo sulla comunale per imboccare l’ultimo tratto della via vecchia voltando a destra in corrispondenza di via Pradorio (indicazioni per Chiesa parrocchiale). Da qui scendete sempre, passate di fronte alla chiesa parrocchiale di Sant’Andrea e dopo poco siete all’incrocio con la SS 12. Attraversate la Statale e imboccate dalla parte opposta, a sinistra di una cappelletta, una carrareccia sterrata che scende diritta; proseguite per circa 300m, vi lasciate alla vostra destra l’edificio giallo dell’ex ski college (oggi sede del CADMI – Centro Addestramento Discipline Militari) imboccando un sentiero che passa sul retro delle abitazioni di via Maldella. Dopo circa 150 m siete sull’asfalto di via Maldella, proseguite in discesa e in men che non si dica siamo al punto di partenza dopo circa 8,600 Km e 4 ore di cammino.

S.Andrea: lavatoio
Poco prima di Sant’Andrea
Sant’Andrea e la torre

 

 

 

 

 

 

la Torre
Sant’Andrea, la chiesa
Oratorio di San Rocco

 

 

 

 

 

 

Grazie a Davide Pagliai e a La Via dei Monti per la puntuale e dettagliata descrizione
http://www.laviadeimonti.com/

B&B Il Bosco

 

A S.Andrea Pelago un’ottima opportunità per sostare è il B&B Il Bosco, di recente apertura in ottima posizione panoramica
http://intornoalmontecimone.altervista.org/bb-il-bosco/

 

 

 

 

 

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