Il Sasso Tignoso

Continuiamo con il recupero delle note Facebook non più visibili.

Il Sasso Tignoso in veste invernale – foto di @Alice Vanni

Oggi andiamo nel comune di Pievepelago, lungo l’antica Via Vandelli, a visitare questo monte particolare, per conformazione e composizione della roccia, il Sasso Tignoso,

Il Sasso Tignoso è, infatti, un rilievo ofiolitico formato da basalti.

Il nome ofiolite significa “roccia dall’aspetto di serpente”, con un riferimento al colore verde, ed è conosciuto anche come pietre del diavolo (a causa del colore scuro e del particolare ambiente che costituiscono), la cui origine viene fatta risalire a San Colombano. Perseguitato dal diavolo, un giorno per sfinimento gli lanciò contro un pugno di frumento che si tramutò in sassi che ricaddero sul terreno. Come in molte leggende, problematiche di ordine pratico vengono ricondotte ad origini soprannaturali: in questo caso, terreni con scarsa vegetazione, impervi e per questo non sfruttabili per coltivazioni, unitamente all’aspetto aspro e scuro, divennero nel senso comune un’opera del diavolo.

Le rocce ofiolitiche sono in realtà conformazioni magmatiche che derivano dalla crosta di un antico oceano smembratosi per cause tettoniche. Attualmente, vengono utilizzate come materiale inerte nelle opere di difesa idrica e nei fondi stradali.

Il sasso Tignoso visto dall’Alpesigola

Il monte Sasso Tignoso, m. 1487 o 1492 (dato contrastante, a seconda delle fonti), si trova in mezzo alle valli del Rio Grosso, del Rio Perticara e dello Scoltenna, nel comune di Pievepelago in Provincia di Modena.

 

 

 

 

Oratorio Giovannoni
Mappa

 

 

 

 

 

Si raggiunge comodamente dalla Via Vandelli, segnalata coi segnavia 565 e 579. I vari itinerari sono:

  • Dall’Oratorio Giovannoni, (sentiero 579 e 565) 1,5 km, mezz’ora circa
  • Da Roccapelago, (sentieri 567, 579 e 565) 5 km, 2 ore circa
  • Da Sant’Anna Pelago, (sentieri 579 e 565) 6 km, 2.30 ore circa
  • Dai Casoni, Sant’Andrea Pelago, (sentieri 569, 579 e 565) 5 km, 2 ore circa

Arrivati alla base del monte si può salire dalla direttissima, più impervia ma di grande interesse perché si attraversano i vari massi e sembra di essere proprio in mezzo a una colata lavica, e ridiscendere dalla via “normale” che gira dietro sul lato nord del Sasso e si ricongiunge poi al sentiero 565 nel punto del bivio con il 567a.

 

 

 

 

 

Del Sasso Tignoso si parla nel depliant edito tempo fa dal Parco del Frignano “Le pietre del Diavolo” – itinerario n. 20 – in cui è riportata:

La leggenda di Sasso Tignoso

Lungo la Vandelli nei pressi del Sasso Tignoso, esiste una casa un tempo abitata da contadini nota come “l’0steria”.
Il 2 Febbraio (festa della Candelora) la famiglia si era come al solito recata alla funzione religiosa mentre il padre andò in cerca di legna secca nella zona del Sasso. L’uomo rimase profondamente colpito dal fatto che nella parete del Sasso si notava una piccola porta e al suo fianco sedeva un vecchietto dalla lunga barba. L’uomo varcò la soglia e si ritrovò in una stanza piena di monete d’oro e gioielli.
Il vecchietto gli disse che questo era un giorno speciale e poteva prendere tutto quello che le sue tasche potevano però contenere. La bramosia c l’ingordigia ebbero il sopravvento sull’uomo tanto che egli tornò a casa a prendere il carro, ma una volta giunto sul medesimo posto non trovò più né la porta né il vecchietto.

Il depliant del parco del Frignano

Per approfondimenti

 “Le ofioliti dell’Emilia Romagna: aspetti geologici e storici” –
Bertacchini M., Bonacini P. [1993]Atti Soc. Nat. e Mat. Modena, 124, 57-94

 

Galleria fotografica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

sullo sfondo il Cimone
La discesa dalla via normale

 

 

 

 

 

 

 

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