Riolunato – Casa Gestri

Casa Gestri

 

 

 

 

 

 

 

 

Testo tratto dall’articolo di Teresa Gestri Montanini e Franca Ascari Scanabissi su “Il Frignano” n.7 – dicembre 2015 – Adelmo Iaccheri La Sorgente Editore

Foto @Antonellaromagnoli (ove non diversamente indicato)


Nella piazza del Trebbo si affaccia un’antica casa,casa Gestri, recentemente restaurata.

Casa Gestri prima del restauro. Foto ricavata da Google Maps
Iscrizione

 

 

 

 

 

 

 

L’edificio rappresenta forse il nucleo centrale di quelli che inizialmente costituivano la cosiddetta “terra murata” di Riolunato, che raggruppava le abitazioni poste attorno al “trebbo”. Risale al ‘400 e fu ristrutturato nel 1544 da Martino de’ Martinelli per ospitare la sede della Comunità di Riolunato, trasferita dalla Rocca di Castello. In seguito passò dalla famiglia Martinelli, che si trasferì forse a Bologna, alla famiglia Patarazzi e da questa alla famiglia Rocchi, che nel 1810 ne fece oggetto di un ulteriore intervento di restauro.

Disegno Ing. Sisto Bonatti
Architrave

 

 

 

 

 

 

L’architrave che ci fornisce questa notizia riproduce, inoltre, il più antico stemma della comunità di Riolunato, stemma scolpito anche su di una porta, attualmente interna, dell’adiacente casa Bonatti. In virtù dei capitoli che regolavano l’elezione del Parroco di Riolunato, l’edificio fu adibito in varie epoche a canonica. Fino alla metà dell’Ottocento, infatti, la Parrocchia di Riolunato non aveva canonica, vivendo i vari Parroci, tutti di Riolunato, nelle rispettive abitazioni.

Disegno Ing. Sisto Bonatti

L’edificio nella parte a ridosso di Via Roma era racchiuso da un alto muro, nel quale si apriva un ampio portone, che nella parte alta presentava una testa di cane, oggi murata nella parete est. Il muro e il portone racchiudevano una suggestiva corte chiusa dalla quale si accedeva alla bottega alimentare ed alla trattoria che nell’edificio aveva impiantato la famiglia Gestri, dopo l’acquisto della casa.
La corte chiusa venne abbattuta nella seconda metà degli anni ’50 per consentire l’allargamento di Via Roma.

 

 

Sulla facciata della casa, in alto, si trova un affresco che la tradizione vuole dipinto in occasione di un’epidemia dilagante. Il dipinto porta in basso l’iscrizione
– Salva populum tuum virgo Maria 1462, addì 21 febbraio – 

Casa Gestri affresco

L’affresco, chiuso in cornice prospettica, rappresenta la Madonna in trono col Bambino in grembo tra i santi Michele e Giacomo. L’opera è importante per la data del 1462 che si legge nella dedicazione, più che per la qualità piuttosto corsiva delle figure e nell’impaginazione dell’insieme. L’opera si dimostra coerente con l’epoca di esecuzione tardogotica con campiture fatte di accesi cromatismi entro un segno di contorno pesante e volutamente calligrafico (da Arte del Quattrocento nell’Appennino modenese di S. Balboni e A. Garuti, 1994).
La sua collocazione a ridosso del cornicione fa pensare ad una riduzione dell’altezza dell’edificio.
Il dipinto fu restaurato negli anni ’80.

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